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La decorazione della Domus Aurea

La fama degli stucchi e delle pitture della Domus Aurea resta legata al nome di Fabullo, l'artista ricordato da Plinio il Vecchio per il suo stile severo, che faceva cioè uso di colori quali il cinabro, l'azzurro, il rosso scuro, l'indaco, il verde, e per la mania di dipingere in toga anche sulle impalcature di cantiere.

Ettore e AndromacaLe decorazioni dipinte, gli stucchi e alcuni frammenti di mosaico sono quel che resta del lusso e della ricchezza originaria. Gli affreschi, che ricoprono intere pareti dei corridoi e degli ambienti di passaggio, lasciando il posto nelle sale principali ai rivestimenti in pregiati marmi di importazione, sono tutti ascrivibili al cosiddetto quarto stile pompeiano, il sistema decorativo che caratterizza l'ultima fase di vita della città vesuviana e che, ispirandosi alle scenografie teatrali, scandisce le pareti con esili e finte architetture, sovrapposte su più registri, popolate da figure e animali fantastici.

I restauri compiuti hanno documentato un uso abbondante della foglia d'oro e confermano ciò che le fonti testimoniano: l'uso delle gemme e delle pietre preziose, come Seneca descrive nella frase una "casa risplendente per lo scintillio dell'oro". I soggetti figurati conservati rivelano una netta predilezione per i personaggi e gli episodi della saga troiana, forse un omaggio del principe alla città che aveva dato le origini a Roma e alla famiglia giulio-claudia.

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