02/02/2010 - Gerusalemme

Berlusconi: L'Italia ridurrĂ  scambi con l'Iran

"Il problema della sicurezza è fondamentale per Israele. Ora ancora di più perchè c'è uno Stato che prepara l'atomica per usarla contro qualcuno. E' uno Stato che ha una guida che ricorda personaggi nefasti del passato". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi durante la firma degli accordi bilaterali tra Italia e Israele nel palazzo del governo a Gerusalemme. "Bisogna evitare che l'Iran sviluppi l'arma nucleare", gli ha fatto eco il premier israeliano Benyamin Netanyahu in una conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio, precisando che anche Berlusconi ha capito l'"importanza morale" di evitare che ciò accada.

Le sanzioni. Berlusconi ha inoltre auspicato l'impegno della comunità internazionale per "sanzioni forti" contro l'Iran: il "progetto annunciato dall'Iran" che potrebbe "sfociare in un arma nucleare" è "qualcosa che tutti gli Stati del mondo devono considerare con grande attenzione", ha detto ancora Berlusconi: "Farò di tutto per far sì che non ci sia indifferenza" e che si "traduca in azioni conseguenti per fermare questo progetto". "Ne ho parlato con Putin, tornerò su questo argomento in modo molto preciso, ma credo di poter dire - ha detto Berlusconi - che anche nella federazione russa c'è consapevolezza del grande pericolo che è rappresentato da questo progetto dell'Iran".

Gli investimenti. Dal 2007 l'Italia "ha tolto il supporto del governo alle aziende italiane che operano in Iran", ha aggiunto: "Oggi è presente solo l'Eni, che ha un contratto che deve rispettare ma che comunque ha già disdetto lo sviluppo della terza fase di attività di un giacimento petrolifero". Il premier ricorda che "l'interscambio commerciale con l'Iran è diminuito di un terzo" dal 2007 e continuerà a calare.

L'Europa. Un altro punto su cui Berlusconi continua a insistere da quando è arrivato, ieri, in Israele è la possibilità che lo Stato ebraico entri nell'Unione europea. Se Israele entrasse nella Ue "nessuno potrebbe più portargli offesa".  Il presidente del Consiglio ha ribadito di ritenere che Israele è "a tutti gli effetti un Paese occidentale e europeo": "Credo potrebbe essere messo in cammino un percorso che porti Israele ad essere uno dei membri della Ue". Ciò, secondo il presidente del Consiglio, "metterebbe fine a tutte le ansie degli israeliani" cui "nessuno più potrebbe portare offesa".

L'attacco alla stampa. E' bastato che un cronista pronunciasse la parola "moglie" - peraltro in una domanda rivolta a Netanyahu - perché Berlusconi tornasse a scagliarsi contro i giornalisti. Un giornalista israeliano, infatti, aveva chiesto conto al suo premier di un eventuale coinvolgimento di sua moglie nella scelta di un ambasciatore all'Onu. A rispondere, è stato invece Berlusconi: "Sono storielle - ha detto - che siete bravissimi a inventare, quando non avvelenate i pozzi vi divertite a inventare storielle". 

Breve siparietto anche poco dopo quando, questa volta un giornalista italiano, gli ha chiesto come mai la parola moglie facesse scattare in lui un "riflesso condizionato". Berlusconi si è limitato a sorridere e a scuotere il capo, nell'ilarità generale della platea di giornalisti.

Lieberman e la Russia. Che l'Italia possa avere un ruolo importante nei riguardi dell'Iran lo ha ribadito anche il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman che oggi sulla stampa israeliana ha fatto appello all'Italia affinché faccia leva sul rapporto privilegiato che ha con la Russia, per convincerla ad aderire al fronte internazionale che chiede un rafforzamento delle sanzioni contro l'Iran. Lieberman ha inoltre chiesto al premier italiano di fare pressioni su Mosca perchè non venda a Teheran missili antiaereo S-300. "L'Italia deve assumere un ruolo di guida nel promuovere una legislazione internazionale che fornisca ai Paesi democratici gli strumenti per combattere il terrorismo", ha affermato il capo della diplomazia dello Stato ebraico, annunciando che Israele invierà all'Italia una proposta sull'argomento.

Frattini e gli investimenti. Conciliante su questo fronte è apparso il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, che accompagna Berlusconi in questo viaggio: "Siamo assolutamente fermi nel bloccare nuovi investimenti nei settori del petrolio e del gas" in Iran. Frattini ha ricordato che è "già stata bloccata l'assicurazione Sace per chi investe, una misura di assoluta correttezza che gli amici israeliani apprezzeranno". Frattini ha aggiunto: "Noi non abbiamo segreti con i nostri amici israeliani e diremo loro che i dati dell'interscambio con l'Iran tra il 2001 e il 2008 si è ridotto di oltre la metà".

Entro stasera i ministri italiani ripartiranno per Roma, mentre il presidente del Consiglio resterà anche domani, giornata durante la quale è previsto un suo atteso intervento dinanzi ai deputati della Knesset (il Parlamento israeliano), l'inaugurazione di un'esposizione di disegni di Leonardo da Vinci prestata a Israele dalla biblioteca Ambrosiana di Milano e, infine, una tappa a Betlemme (Cisgiordania) dedicata a un incontro con il presidente palestinese, Abu Mazen, e a una visita alla basilica della Natività.



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