La Prima Convenzione di Ginevra

Storia della Croce Rossa, indice

  1. La figura di Henry Dunant
  2. La battaglia di Solferino
  3. La Prima Convenzione di Ginevra
  4. Nascita della Croce Rossa in Italia
  5. Dunant: da barbone a Premio Nobel
  6. Grandi Guerre ed impegno civile
  7. La Croce Rossa Italiana oggi
  8. Il dibattito sul simbolo
  9. Storia a fumetti e conclusioni

Nel  febbraio del 1863 presso la società ginevrina di pubblica utilità, che aveva come presidente Gustav Moynier, Dunant poneva all’ordine del giorno il problema “dell’aggregazione agli eserciti belligeranti di un corpo d’infermieri volontari”:   si formò un comitato internazionale con  il generale Dufour  presidente, e 4 illustri personaggi ginevrini, Moynier, Appia, Maunoir e Dunant stesso.

Il nome di Gustav Moynier è legato storicamente alla proposta, formulata all'indomani del conflitto franco-prussiano del 1870,  di istituire un tribunale internazionale contro i crimini di guerra; dotato di quello spirito pratico e organizzativo che mancava invece a Dunant, conservò per ben 40 anni la carica di Presidente del Comitato Internazionale.

Il Generale Henri Dufour era stato il comandante in capo dell'esercito federale durante la guerra civile del 1847. Louis Appia era un medico chirurgo, volontario, presente nella valle di Ledro (battaglia di Bezzecca) a soccorrere i militari feriti rimasti sui campi del conflitto o ricoverati nelle chiese della valle adibite a ricovero ospedaliero. Anche Theodore Maunoir era un medico.

Assieme ad alcuni altri filantropi di Ginevra, Dunant stava quindi fondando il Comitato originario di quella che era destinata in breve tempo a diventare la Croce Rossa. Inoltre, egli sarà di lì a poco ispiratore e principale promotore delle Convenzioni di Ginevra.

La Commissione dei Cinque, forte del consenso delle famiglie regnanti d’Olanda, Prussia, Assia, Baden e del giovane regno d’Italia, tentò la strada della convocazione a Ginevra di una Conferenza internazionale per dibattere del progetto filantropico. Dunant viaggiò attraverso l’Europa per raccogliere l’interesse e il consenso di principi e capi militari, forte di un appello in tre punti:

1.      ogni governo si deve impegnare ad assicurare appoggio e protezione al proprio Comitato nazionale di soccorso ai feriti da crearsi in ciascuno degli stati europei;

2.      ogni governo  deve riconoscere la neutralità del personale medico militare e di tutti i soccorritori volontari;

3.      ogni governo si deve impegnare a favorire durante le ostilità i trasporti del personale e dei materiali sanitari nelle zone di guerra.

Dal 1863, dopo la pubblicazione del suo Souvenir, iniziò  un tour de force: assemblee,  convenzioni, pranzi e riunioni dell'alta società, in cui poter parlare della sua idea a ministri e nobili che contavano e potevano diffondere il suo pensiero presso le corti d'Europa. Dal 6 al 12 settembre 1863 Dunant partecipò al Congresso di Statistica di Berlino  e fece leggere in tedesco una breve sintesi delle sue idee al suo amico olandese dr. Basting, ricevendo subito adesioni.

Dopo il Congresso di Statistica di Berlino, il Comitato di Ginevra organizzò la prima Conferenza diplomatica (settembre del "63), in cui si affermava il diritto alla neutralità solo per coloro che portano soccorso ai feriti. Un chiaro riferimento a quello che di lì a breve sarebbe stato scritto nella Prima Convenzione di Ginevra del 1864 lo si trova nella proposta di convocare un congresso nel quale si possa “formulare qualche principio internazionale, convenzionale e sacro, che una volta accordato e ratificato servirebbe da base alle Società di Soccorso per i feriti nei diversi paesi d’Europa”.  Veniva così alla luce il Comitato Internazionale per il Soccorso ai Feriti di Guerra, nucleo del nascente Comitato Internazionale della Croce Rossa.

Nel febbraio del 1864 era scoppiata la guerra tra  Danimarca e Prussia. Fu la prima occasione per le Società Nazionali di Soccorso per intervenire in aiuto dei feriti e delle vittime da entrambi le parti, ma ci si rese subito conto della difficoltà di intervento e della necessità di un serio impegno da parte degli stati circa la protezione del personale e delle strutture dedite alla cura delle vittime e dei feriti.

Nell’agosto del 1864, il governo Elvetico convocò una seconda conferenza diplomatica alla quale parteciparono i rappresentanti di 12 nazioni (gli USA erano l'unico stato non europeo). L'assemblea deliberò in sette sedute, dal 6 al 22 agosto, e si concluse con la ratifica della prima convezione di Ginevra per il miglioramento della sorte dei feriti in campagna. Le Risoluzioni riconoscevano la neutralità dei feriti, dei soccorritori e degli abitanti dei luoghi teatro di guerra. Dodici nazioni firmarono quindi la prima Convenzione di Ginevra, che si pose a fondamento dell'attività della nascente Croce Rossa.

Il documento garantisce neutralità e protezione ad ambulanze, ospedali e personale medico; stabilisce inoltre l'obbligo di curare i prigionieri e di sgomberare i feriti dal campo di battaglia. Il principio cardine è che i feriti ed il personale sanitario devono essere ritenuti neutrali dalle parti belligeranti e siano protetti da un segno distintivo comune. Maturava intanto la consapevolezza che sarebbe occorso un corpo di infermieri volontari neutrali preparati per questo compito umanitario.

Nell’ottobre del 1864 viene finalmente inaugurata l’assise voluta con tanta testarda fermezza dal finanziere ginevrino. Vi partecipano i delegati di 16 paesi: l’Italia non aderisce ufficialmente, ma invia come uditore il proprio console in Svizzera; l’Inghilterra sceglie di non partecipare. Una defezione importante che non arresta, però, il processo in corso. Dopo quattro giornate di discussioni viene adottata una risoluzione in dieci punti che prevede la costituzione di un Comitato nazionale di soccorso in ognuno dei paesi aderenti; la predisposizione in tempo di pace di attrezzature, materiali e la formazione di un corpo di infermieri volontari; la neutralizzazione delle ambulanze, degli ospedali e del personale sanitario agli ordini delle autorità militari. Si tratta del primo testo scritto da cui si sviluppa il Diritto umanitario internazionale, sviluppato su due versanti: l'assistenza verso i  militari feriti, e la parte legale sottoscritta dalle potenze internazionali.

Unico per tutti i paesi il segno distintivo della nuova organizzazione: una croce rossa in campo bianco, ovvero la bandiera svizzera a colori invertiti. Non si tratta quindi di un simbolo cristiano, come qualcuno crede erroneamente, ma di un omaggio alla patria dei fondatori. Venivano così raccolti non solo i suggerimenti degli amici elvetici di Dunant, ma anche quelli di Florence Nightingale e le intuizioni e le dichiarazioni del medico italiano Ferdinando Palasciano, esperto partenopeo di questioni militari e sanitarie che operò attivamente a favore dei feriti nell'assedio di Messina (1848) ribellatasi al dominio borbonico. L'emblema della Croce Rossa fu adottato non solo per contraddistinguere feriti, soccorritori, mezzi e presidi sanitari di ogni Paese, ma anche per garantire la loro protezione.

18 rappresentanti di 14 Paesi firmano quindi, il 29 ottobre, la Prima Carta Fondamentale contenente dieci risoluzioni che definiscono le funzioni ed i mezzi dei Comitati di soccorso. Nasce ufficialmente la Croce Rossa Internazionale.

Il proselitismo di Dunant aveva fatto nascere una Società di soccorso volontario in ogni Stato, con il compito di organizzare ed addestrare squadre per l'assistenza dei feriti in guerra. Fu la Croce Rossa Internazionale (ICRC), che nel frattempo aveva consolidato la sua presenza in tutti i paesi, a spingere gli Stati a firmare delle convenzioni, impegnandoli a curare amici e nemici senza alcuna distinzione, a rispettare l'essere umano, a vietare trattamenti disumani o degradanti, ed a vietare la tortura, le esecuzioni sommarie, il saccheggio, gli atti di violenza e la distruzione indiscriminata dei beni privati. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ottenne inoltre che i suoi delegati fossero autorizzati a visitare i campi di prigionieri di guerra, ed a intrattenersi con gli internati senza testimoni.

Nel 1870-1871, durante la guerra franco-prussiana, il CICR ottenne dai due belligeranti le liste dei feriti e dei prigionieri e potè così informare i governi e le famiglie. Nasceva l'agenzia Centrale delle Ricerche (ACR)  del CICR.


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