Nascita della Croce Rossa in Italia

Storia della Croce Rossa, indice

  1. La figura di Henry Dunant
  2. La battaglia di Solferino
  3. La Prima Convenzione di Ginevra
  4. Nascita della Croce Rossa in Italia
  5. Dunant: da barbone a Premio Nobel
  6. Grandi Guerre ed impegno civile
  7. La Croce Rossa Italiana oggi
  8. Il dibattito sul simbolo
  9. Storia a fumetti e conclusioni

Ferdinando Palasciano (Capua, 13 giugno 1815 – Napoli, 28 novembre 1891)  si laureò giovanissimo in Belle Lettere e filosofia, veterinaria ed in Medicina e Chirurgia. A soli 25 anni e con tre lauree, ufficiale dell'esercito borbonico, si trovava a Messina durante i moti insurrezionali del Risorgimento del 1848, adoperandosi per prestare le cure mediche anche ai nemici rimasti feriti durante i combattimenti.  

Il generale Filangeri aveva però ordinato che nessun soccorso o cura si sarebbe dovuto portare ai nemici feriti. Per la sua insubordinazione Ferdinando Palasciano stava per essere fucilato, nonostante avesse giustificato col Filangeri il proprio comportamento argomentando con queste parole: “i feriti, a qualsiasi esercito appartengano, sono per me sacri e non possono essere considerati come nemici”. L'intervento del Re Ferdinando di Borbone fece commutare la pena in un anno di carcere da scontarsi a Reggio Calabria.

Questa esperienza, esposta nelle sue successive dichiarazioni al Congresso Internazionale dell'Accademia Pontaniana di Napoli del 1861 (in cui affermò: “…bisognerebbe che tutte le Potenze belligeranti, nella Dichiarazione di guerra, riconoscessero reciprocamente il principio di neutralità dei combattenti feriti per tutto il tempo della loro cura e che adottassero rispettivamente quello dell'aumento illimitato del personale sanitario durante tutto il tempo della guerra”), ebbe una vasta risonanza in tutta Europa e fu una delle basi della Convenzione di Ginevra. Per questi motivi Ferdinando Palasciano è considerato uno dei precursori della fondazione della Croce Rossa.

Altro importante precursore fu Lorenzo Barziza (1829-1907), prete di Castiglione dello Stiviere durante il massacro di Solferino e poi monsignore. La sua opera merita di essere conosciuta per molte ragioni. Dagli archivi emergono la sensibilità interiore dell’uomo-sacerdote, del docente in Seminario, del Confessore al Collegio delle Signore Vergini, e di tante altre cariche ricoperte a vario titolo. “Pur gracile di salute, si rivelava sempre disponibile sul terreno del possibile”. Potendo ben capire chi soffre, dispiegò la sua operosità soprattutto nel momento culminante del soffrire umano: i dolorosissimi esiti di una guerra, motivata dalle bandiere di patria. Lo spirito umanitario di don Barziza, si rivelò senza patrie: l’uomo precede ogni patria. Don Barziza può essere posto alle radici della Croce Rossa per i soccorsi prestati senza distinzione di nazionalità dei feriti nella battaglia di Solferino nella “cittadella ospedale” di Castiglione delle Stiviere.

L'atto di nascita della Croce Rossa Italiana ha la data del 15 giugno 1864. In quel giorno infatti fu dichiarato costituito il "Comitato Milanese dell'Associazione Italiana per il soccorso ai feriti e malati di guerra" ad opera del Comitato Medico Milanese dell'Associazione Medica Italiana, due mesi prima della firma della Convenzione di Ginevra, con l’intento di tradurre in realtà i sentimenti umanitari di Ferdinando Palasciano e l'idea più precisa di Henry Dunant, e anticipando in un certo senso la Convenzione del 22 agosto 1864.

Il comitato inizia subito la sua attività sotto la presidenza del dottor Cesare Castiglioni, il quale, due mesi dopo la costituzione del Comitato, viene chiamato a Ginevra, insieme ad altri delegati italiani, per esporre quanto fatto a Milano e cosa pensa di fare in avvenire in favore dei feriti e dei malati in guerra. Il 22 agosto 1864 viene sottoscritta, anche dall'Italia, la Convenzione di Ginevra.

Il giorno 11 dicembre dello stesso anno si tiene, a Milano, un congresso in cui si approva il regolamento del Comitato di Milano come Comitato Centrale per il coordinamento delle attività dei costituendi nuovi comitati. Il 20 giugno 1866 l'Italia dichiara guerra all'Austria e le prime quattro "squadriglie" di volontari partono alla volta di Custoza. Ben presto moltissime altre sezioni dell’Associazione  Medica  (come quelle di Bergamo, Pavia, Genova, Bologna, ecc.) seguirono l'esempio quella milanese, istituendo altrettanti comitati di Croce Rossa, tanto e di lì a pochi anni lo stato italiano tenne di dover provvedere a disciplinare la nuova organizzazione. Divenuta Roma capitale d'Italia, là fu trasferita la sede centrale nel 1872.

La Croce Rossa Italiana, quale Associazione con intenti e scopi di carattere internazionale, è eretta a corpo morale nel 1886. Da quel momento essa soccorre i feriti d'ogni evento bellico in cui si trova coinvolto il paese e la sua opera si esplica anche in tutti gli interventi di pubblica calamità, quale supporto agli organi governativi per la protezione civile.

La storia della Croce Rossa in Alto Adige è quantomeno singolare, perlomeno rispetto al panorama italiano. Costituita nella seconda metà del 1800, vede la luce come Croce Rossa Austriaca. Non va infatti dimenticato che la provincia di Bolzano apparteneva all’Impero Austro-Ungarico. Solamente dopo la prima guerra mondiale, con l’annessione del Sudtirolo all’Italia, viene incorporata dall’Associazione Italiana della Croce Rossa. Cambia nazione, ma restano gli stessi ideali e, soprattutto, la stessa bandiera. La prima data della quale si ha notizia, secondo la stampa locale, risale al 1879, anno in cui nel comune di Bolzano è costituita la Sezione Femminile. L’attività che viene svolta comprende perlopiù l’assistenza ai bisognosi. Presso l’ospedale di Bolzano sono inoltre addestrate “signore e signorine” che intendevano impegnarsi in caso di guerra come infermiere volontarie.


  1. La figura di Henry Dunant
  2. La battaglia di Solferino
  3. La Prima Convenzione di Ginevra
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