"Nella prima metà del secolo scorso, in Europa,
prima che venisse adottato l’emblema della croce rossa,
ciascun servizio sanitario delle forze armate era contraddistinto
da un proprio segno distintivo. L’Austria, ad esempio, usava
una bandiera bianca, la Francia un drappo rosso e la Spagna un
drappo giallo; altri Stati usavano, invece, contraddistinguere i
propri servizi sanitari esponendo una bandiera nera, colore che,
come noto, rappresenta per i paesi occidentali un segno di lutto.
Inoltre, i carri usati per trasportare i feriti non presentavano
segni particolari che li distinguessero dagli altri veicoli delle
forze armate, né tantomeno era possibile identificare a
distanza i membri dei servizi sanitari.
"È facile immaginare quali tragiche conseguenze
potessero verificarsi in seguito a questa situazione di
confusione: se i soldati erano appena in grado di riconoscere le
proprie ambulanze militari, tantomeno erano in grado di
distinguere quelle nemiche. Medici ed infermieri erano esposti ad
attacchi quanto gli stessi combattenti. Come conseguenza di ciò,
non solo questi simboli non conferivano protezione da un punto di
vista giuridico e normativo, ma fungevano spesso da obiettivo per
i militari che non ne conoscevano il significato. Sostanzialmente,
il problema costituito dall’esistenza di una pluralità
di segni e simboli consisteva nel fatto che questi segni e simboli
non erano né riconosciuti né protetti.
"L’idea che portò all’adozione
dell’emblema di croce rossa nasceva dalla necessità
di conferire uno status neutrale a coloro che soccorrevano i
feriti, assicurando in questo modo la loro protezione sui campi di
battaglia. Ma la neutralità implicava la scelta di un unico
emblema. Il problema era, dunque, nel decidere su quale disegno
dovesse avere questo emblema per essere utilizzato dal personale
medico sui campi di battaglia. Per diverso tempo, si considerò
un bracciale bianco quale unica alternativa. Tuttavia, il colore
bianco veniva già utilizzato durante i conflitti sulle
bandiere portate dai soldati che si arrendevano.
"Nel 1863, i delegati del Comitato Internazionale di
Soccorso ai militari feriti - il futuro Comitato Internazionale
della Croce Rossa - scelsero, in omaggio alla Svizzera, una croce
rossa su fondo bianco, ottenuta invertendo i colori della bandiera
della confederazione elvetica. Un simbolo semplice, universale,
facilmente riconoscibile a distanza e conosciuto a tutti. Queste
furono le vere ragioni che fanno oggi capire come non vi fosse
alcuna volontà di dare all’emblema della croce rossa
una connotazione religiosa e, d’altro canto, il problema non
era neppure stato considerato dagli Stati partecipanti ai lavori
della Conferenza diplomatica del 1863 in quanto, nella concezione
eurocentrica allora dominante, le potenze europee non immaginarono
che la scelta avrebbe portato a contestazioni o osservazioni di
sorta. I problemi non tardarono però a presentarsi.
"Nel 1876, quando i Balcani erano insanguinati dalla
guerra russo-turca, numerosi soccorritori catturati dalle truppe
ottomane venivano uccisi semplicemente perché indossavano
un bracciale recante la croce rossa. Le autorità turche,
illustrando la particolare sensibilità dei soldati
mussulmani nei confronti della croce, adottarono unilateralmente
la mezzaluna rossa su fondo bianco per contraddistinguere i propri
servizi sanitari. Questa decisione fu accettata, ma solo per la
durata del conflitto russo-turco; negli anni successivi furono
avanzata numerose richieste per ottenere la revisione dell’art.
7 della Convenzione di Ginevra del 1864, supportate anche dalla
Persia che mirava ad ottenere il riconoscimento di un terzo
simbolo protettivo: il leone e sole rossi su fondo bianco.
"Alla Turchia si unì presto l’Egitto e tutte
le numerose pressioni nel frattempo esercitate portarono al
riconoscimento di questi ulteriori due emblemi da parte della
Conferenza diplomatica convocata dalla Svizzera nel 1929 con lo
scopo di revisionare il testo della Convenzione del 6 luglio 1906
per il miglioramento della sorte dei malati e dei feriti delle
forze armate in campagna. Pur ribadendo il ruolo generale di unità
svolto dall’emblema della croce rossa, venne autorizzato
l’uso dei due nuovi emblemi inserendoli nell’art. 19
della Convenzione di Ginevra del 27 luglio 1929. Nel contempo,
però, la Conferenza diplomatica specificò che nessun
nuovo simbolo sarebbe stato più riconosciuto. Ciò
nonostante, si faceva sempre più strada il rischio di un
ritorno alla proliferazione di simboli ed emblemi protettivi dei
servizi sanitari.
"La Conferenza diplomatica del 1949, riunitasi per
revisionare la Convenzione di Ginevra in seguito agli eventi della
Seconda Guerra Mondiale, prese in esame diverse proposte, tra le
quali:
- una proposta dell’Olanda per adottare nuovamente un unico simbolo;
- la raccomandazione della 17a Conferenza internazionale della Croce Rossa, tenutasi a Stoccolma nel 1948, per il ritorno al singolo emblema della croce rossa;
- una proposta di Israele per il riconoscimento di un nuovo simbolo, la stella di david rossa (Magen David Adom), già utilizzato come segno distintivo dai servizi sanitari delle forze armate israeliane.
Queste proposte portarono ad un innalzamento del livello e ad
un allungamento del dibattito.
"Le prime due non erano realizzabili, mentre la proposta
di Israele venne accantonata in seguito a diverse successive
votazioni. Il risultato fu che l’art. 38 della 1a
Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949 rimase identico all’art.
19 della Convenzione del 1929: “in omaggio alla Svizzera, il
segno araldico della croce rossa su fondo bianco, formato con
l’inversione dei colori federali, è mantenuto come
emblema e segno distintivo del servizio sanitario degli eserciti.
Tuttavia, per i paesi che impiegano già come segno
distintivo, in luogo della croce rossa, la mezzaluna rossa od il
leone e sole rossi su fondo bianco, questi emblemi sono parimenti
ammessi nel caso della presente Convenzione”.
"Lo Stato di Israele - che firmò senza riserve la
Convenzione del 1929 - ratificò la nuova Convenzione di
Ginevra assoggettandola alla seguente riserva: “rispettando
l’inviolabilità dei segni distintivi e degli emblemi
della Convenzione, Israele userà la Stella di David quale
emblema e segno distintivo dei servizi sanitari delle proprie
forze armate”."In una nota del 4 settembre 1980, la
Repubblica islamica dell’Iran annunciò l’adozione
dell’emblema della mezzaluna rossa su fondo bianco come
segno distintivo dei servizi sanitari delle proprie forze armate,
al posto del leone e sole rossi (simbolo della dinastia imperiale
persiana). Oggigiorno, perciò, vengono riconosciuti
internazionalmente tre simboli, la croce rossa, la mezzaluna rossa
ed il leone e sole rossi, ma solo due - la croce e la mezzaluna -
sono utilizzati.
"Il fatto che non sia utilizzato un solo emblema ha
causato gravi problemi, che si possono così riassumere:
- il valore protettivo dell’emblema è diminuito;
- vi sono difficoltà a fare accettare uno dei due emblemi nelle regioni ove la popolazione appartiene a fedi religiose diverse e differenti; rimane il rischio che possano proliferare nuovi emblemi e simboli;
- vi è il rischio che il Movimento internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa sia identificato con le due maggiori religioni, quella Cattolica e quella Islamica.
”Il simbolo della croce rossa è tra i pochi che
hanno un riconoscimento e una specifica tutela da parte del
diritto internazionale e lo è per la causa umanitaria, per
il valore umanitario che incorpora. Proprio per questa sua
valenza, se da un lato è un privilegio recare un simbolo
come quello della croce rossa, diventa anche una responsabilità
difenderne l’importanza, prestando molta attenzione quando
lo si usa ed utilizzandolo nel modo appropriato già in
tempo di pace, tentando così di prevenirne gli abusi in
tempo di guerra.“Come è possibile allora già
in tempo di pace aumentare il prestigio di questo simbolo?
Senz’altro facendo leva sull’associazione di idee che
vengono fatte dal pubblico fra un simbolo, una scritta e le
attività che essi identificano. Proprio come la firma è
un marchio che identifica una singola persona, un marchio (come
quello della croce rossa, ad esempio) è un segno distintivo
di un’organizzazione che si fissa nella mente del pubblico e
che può inoltre influenzare il modo in cui la popolazione
vede tale organizzazione.
“Attualmente, l’uso dell’emblema da parte
delle Società Nazionali è governato dal “Regolamento
sull’uso dell’emblema della Croce Rossa e della
Mezzaluna Rossa per le Società Nazionali”, adottato
nel corso della 20a Conferenza Internazionale della Croce Rossa di
Vienna nel 1965 e revisionato dal Consiglio dei Delegati tenutosi
a Budapest nel 1991.
“Studi effettuati indicano che i simboli della Croce
Rossa e della Mezzaluna Rossa sono tra i simboli più
conosciuti al mondo. Sono strumenti di comunicazione unici e
universali; senza aggiunta di parole, ma nella maniera più
chiara possibile, comunicano alle persone che uomini e donne del
Movimento sono lì, al lavoro, per aiutare. Persino coloro
che non sanno né leggere né scrivere possono
facilmente riconoscere i simboli e ricollegare ad essi la loro
possibilità di trovarvi aiuto e protezione. Incrementare la
visibilità attraverso un uso pronunciato e appropriato del
simbolo di croce rossa rappresenta un passo avanti verso
l’identificazione stessa della organizzazione e dei servizi
della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa agli occhi del maggior
numero di persone.
”È necessario quindi che siano prima di tutto gli
appartenenti alla Croce Rossa stessa a comprendere l’importanza
e il significato dell’emblema e ad agire di conseguenza.
“Importanza” soprattutto per la valenza attribuitagli
dalle norme del diritto internazionale umanitario; “significato”
per i principi fondamentali d’azione che incorpora. Agire
recando un distintivo di croce rossa significa agire secondo i
Principi Fondamentali, che dettano lo scopo dell’istituzione
e la sua ragione d’essere; in linea generale la Società
Nazionale non può perciò esibire l’assemblea
della croce rossa nello svolgimento di attività che non
soddisfino i Principi Fondamentali, quali, citando il Regolamento
sull’uso dell’emblema, lavoro di natura patriottica,
attività assistenziali solo per certe categorie di civili o
solo per personale militare, insegnamento di sport o di economia
domestica, attività per fini di lucro, etc. È chiaro
che, oltre a seguire nelle proprie azioni i Principi Fondamentali,
bisognerà, indossando l’emblema di croce rossa, anche
mantenere un comportamento dignitoso nel rispetto del simbolo
stesso e di ciò che rappresenta."
(Isidoro Palumbo)
Per rispondere al rifiuto, da parte di alcune nazioni, di accettare come emblemi la Croce Rossa o la Mezzaluna Rossa, è stato proposto di creare un nuovo emblema che sia accettabile da tutte le nazioni indipendentemente dalla loro cultura o religione. Il movimento della Croce Rossa ha quindi sviluppato un nuovo simbolo, il cristallo rosso, all'interno del quale potranno essere inseriti i simboli locali o anche nessun simbolo. Il cristallo rosso è il simbolo ufficiale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale dall'8 dicembre 2005, approvato con 98 voti favorevoli, 27 contrari e 9 astensioni. Anche Israele, nel giugno 2006, ha successivamente adottato il cristallo rosso, rinunciando all'uso della Stella di David, conservandolo però per usi interni e utilizzando il nuovo simbolo nelle missioni all'estero.
Come previsto dalla Convenzione di Ginevra, l'emblema della Croce Rossa deve essere usato solo per evidenziare: - strutture per la cura di feriti e malati dei membri delle forze armate;
- equipaggiamento e personale medico delle forze armate;
- personale sanitario e religioso, al seguito delle forze armate;
- gruppi della Croce Rossa quali il Comitato Internazionale della Croce Rossa, la Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, e le Società Nazionali di Croce Rossa e di Mezzaluna Rossa.
La Convenzione di Ginevra obbliga i suoi firmatari a prevenire l'uso non autorizzato del nome e dell'emblema, in tempo di guerra o di pace, allo scopo di garantire il rispetto universale del simbolo.Nonostante ciò, l' emblema, con colori differenti, è un simbolo internazionale che indica, pronto soccorso, unità paramediche, e simili ma in maniera del tutto inautorizzata. Infatti l'uso dell'emblema della Croce Rossa è consentito, come protezione, solo ed esclusivamente agli ospedali civili. L'uso dell'emblema della C.R. distintivo è concesso solo alle sue componenti (in Italia 6).
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