Nutrizione Enterale Domiciliare
NED: come funziona
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per il paziente polmonare

Il reperto di malnutrizione è comune nei pazienti con insufficienza respiratoria. La riduzione della massa corporea è un fenomeno quasi fisiologico in questi pazienti e serve a ridurre la richiesta di ossigeno il più possibile. Quando però il fenomeno arriva a compromettere la reattività generale del paziente e la funzionalità dei muscoli respiratori questo processo di adattamento finisce per essere dannoso all'economia generale dell'organismo ed è compito della nutrizione artificiale ristabilire l'equilibrio.

La rinutrizione di questi paziente, tuttavia, deve essere condotta in modo da non aumentare in modo spropositato la produzione di anidride carbonica che potrebbe essere fatale, in presenza di un'insufficienza respiratoria grave. Una dieta ricca di grassi è da preferire in quanto il metabolismo dei grassi produce meno anidride carbonica.
 
Nell'insufficienza respiratoria si usano soluzioni contenenti elevate quantità di grassi e basso tenore di carboidrati che hanno il compito di ridurre la ritenzione di anidride carbonica e di migliorare l'ossigenazione.

La quantità dell'apporto idrico giornaliero deve essere contenuta in quanto il sovraccarico del circolo è dannoso sia alla funzione respiratoria sia ad eventuali insufficienze cardiache associate (cuore polmonare): è meglio quindi usare soluzioni a densità calorica superiore a 1 cal/ml, in modo da poter concentrare in modesti apporti idrici l'intero fabbisogno calorico del paziente.

L'uso della nutripompa pemette di diluire nelle 24 ore l'apporto alimentare e la conseguente produzione di anidride carbonica. Inoltre l'infusione a lento flusso mantiene praticamente vuoto lo stomaco e riduce il meteorismo intestinale permettendo quindi una maggiore escursione del diaframma e potenziando quindi, quanto possibile, la funzione respiratoria.

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