pazienti con subocclusione

Come si individua la categoria

Il paziente ha una patologia che potrebbe stenosare uno o più tratti del tubo digerente, presenta nausea oppure addirittura vomita. Ha altri segni importanti: non va di corpo o non va in modo soddisfacente, ha l'addome disteso, con dolori a passata. Talvolta invece presenta alvo alternante. Talvolta intensi rumori di una frenetica peristalsi associati a passate di dolore. Non ha assolutamente fame e non vuol neanche bere.

Chi sono questi pazienti

Sono pazienti con occlusione intestinale, incipiente oppure in atto. In qualche caso sono da portare urgentemente in sala operatoria. Altre volte l'ostacolo non può esser risolto chirurgicamente: sono in genere pazienti con carcinosi peritoneale per tumori ovarici o per carcinomi dello stomaco o del colon. Altre volte si tratta di complicanze postoperatorie o della radioterapia.

Strategia nutrizionale

Questo tipo di paziente dovrebbe esser trattato con Nutrizione Parenterale per mettere a riposo completamente l'intestino. C'è però il non trascurabile problema di infezioni del catetere. Nella nostra esperienza, con un buon sostegno nutrizionale, questi pazienti hanno sopravvivenze di anni e non è ragionevole prolungare un trattamento parenterale per così lunghi periodi (tanto più che sarebbe assolutamente da fare a domicilio). Il nostro approccio è quello di tentare sempre una nutrizione enterale a meno che il paziente non abbia assunto da almeno una settimana nulla di solido per os e continui ad avere vomito o un significativo drenaggio naso-gastrico giornaliero (diciamo più di 200 cc se non beve nulla).

Il razionale dell'uso della nutrizione enterale in questi pazienti è presto spiegato:

  • il tubo intestinale in più punti presenta delle importanti riduzioni di calibro ed i cibi, specie se solidi ma anche liquidi, ristagnano a monte delle strettoie.
  • in queste condizioni l'intestino a monte delle stenosi si dilata e perde tono e capacità cinetica. Ne deriva che la stenosi diventa insuperabile perché l'intestino a monte non è più in condizione di spremere il contenuto intestinale al di là di essa. Il contenuto intestinale torna indietro, lo stomaco si rigonfia e il paziente può anche vomitare abbondantemente.
  • se interrompiamo completamente la somministrazione di liquidi e solidi per os, possiamo ottenere che l'intestino riprenda progressivamente tono e dunque sia utilizzabile di nuovo per garantire il transito. Ma per evitare che si arrivi ad un altro stop dopo aver ripulito l'intestino dei residui alimentari (magari idratando il paziente per vena), sostituiamo completamente la nutrizione orale con la Nutrizione Enterale con soluzioni semielementari.

I vantaggi della Nutrizione Enterale in questa situazione patologica sono i seguenti:

  • le soluzioni per NE sono completamente liquide e senza scorie (useremo soluzioni semielementari) e questo riduce il rischio di occlusioni delle stenosi.
  • la velocità di infusione nell'intestino è lentissima: un bicchiere di soluzione viene introdotto nell'arco di più di un'ora, consentendo un'efficace tracimazione della soluzione attraverso le stenosi più serrate.
  • la composizione nutrizionale è calibrata ed idonea ad un immediato assorbimento: quel che si assorbe ha dunque un'efficacia nutrizionale massimale per il paziente ed anche per il suo intestino.
  • è chiaro che questo approccio richiede, almeno nella fase iniziale, una completa collaborazione da parte del paziente che non deve assumere NULLA per os onde mantenere un flusso ben calibrato dei secreti intestinali. E' necessario dunque spiegare bene al paziente il meccanismo e le implicazioni dell'esperimento che facciamo se vogliamo che in qualche modo possa funzionare.

In una fase successiva il paziente potrà forse riprendere la nutrizione orale a patto che:

  • la nutrizione sia liquida o strettamente semiliquida
  • l'intestino abbia ripreso tono e trofismo
  • una qualche terapia (antiblastici, cortisonici, antiinfiammatori etc) sia efficace sulla riduzione delle stenosi dell'intestino.

Molto spesso la patologia che genera la subocclusione ha tendenza in progressione e si potrebbe pensare che questi pazienti finiscano tutti, nella fase terminale, in NP. Non è affatto vero, ed è un dato sorprendente.

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