Francesco Secondo Beggiato
botanico del XIX Secolo
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Delle Terme Exeganee


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Queste sono le opinioni che furono emesse sulla composizione di questi esseri singolari; ben lungi dal convenire in tutta l'estensione che fu data alle medesime dai loro comunque accreditati autori, non trovo però di doverle per tutto rifiutare; che anzi la presenza da me ripetutamente verificata del Vibrio thermalis nella mia Conferva connexa, la semplice sua organizzazione, i suoi movimenti più vivi bensì, ma analoghi a quelli della pianticella, e l'averlo veduto per sino con una delle estremità del suo corpo congiunto ad un filamento della stessa potrebbe somministrare all'uopo un non lieve appoggio; ma di questo non intendo ora parlare, che altra occasione mi si presenterà, e non andrà molto, ond'io ritorni su questo argomento di tanta importanza nello studio della naturale istoria.

Ad onta dell'elevata temperatura delle nostre sorgenti, che sembrerebbe escludere ogni sorta di vegetazione, perché opposta alle leggi di organizzazione, pure oltre le sopraddescritte della famiglia delle alghe o della Crittogamia, crescono o lungo i bordi delle medesime, o sulle sponde dei rivoli che trasportano l'acqua, o dove essa si spande, delle piante fanerogame di diverse famiglie. Che se desta meraviglia l'esistenza di alcune conferve nell'acqua alla temperatura di 400 R., come non recherà stupore la rigogliosa vegetazione di quelle che allignano intorno alle sorgenti calde a 50° e per sino a 60° R., benché molte di esse d'altra natura sieno e di straniera regione? Ma cesserà la sorpresa allorquando non appagandosi del semplice colpo d'occhio si passi ad una più attenta osservazione, procedendo mai sempre la natura con regolare andamento. Ed invero cercando io pure di rendermi ragione di un tale fenomeno potei conoscere, che se scorgesi crescere l'Aster tripolium, il Samolus Valerandi, il Juncus maritimus e l'acutust il Scirpus maritimus, l'Atripleoc pattila, il Senecio Jacobaea vicino all'acqua di 50 e più gradi, ciò dipende primieramente perché il fango, entro al quale insinuano le loro radici, non oltrepassa giammai la temperatura di 34° R., e perché gli stessi depositi delle acque formano come una crosta solida che protegge le loro radici dal calore, mentre la quantità di sali che contengono, oltre eccitarne la vegetazione in un coll'acido carbonico, ne consolida la fibra, e fa sì che possano resistere ad una più alta temperatura, per cui le tante fiate si osservano alcune delle nominate piante immerse nell'acqua tutte disseccate nella parte inferiore, laddove la superiore che sta fuori dell'acqua è vegeta e fresca, compiendo per sino la sua fioritura, siccome addiviene di un fiore staccato dal ramo e conservato nell'acqua.

Tutto ciò da altro non può provenire, a mio credere, che dalla presenza delle dette sostanze nell'acque che vengono dalla superficie della pianta assorbite. Crescono inoltre, trascurando le più comuni, a minore temperatura l'Apium graveolens, l'Arenaria marina, il Scirpus lacustris beta Scheuchz, il Sonchus picroides, la Chironia intermedia, la Rottbòllia incurvata, l'Hypericum humifusum, la Crypsis Schoenoides, la Lappago racemosa.

Chiuderò ora questo mio qualunque lavoro col far riflettere come in gran copia pregievolissime specie vegetabili adornino questi colli, le quali vennero già disposte in ordinato catalogo dal diligente botanico D. Girolamo Romano; per cui qui aggiungerò quelle soltanto che in seguito mi venne fatto di raccogliere ad arricchimento del medesimo e della Flora euganea. E poiché sto occupandomi da qualche tempo in particolar modo delle piante crittogame, così giudico non sarà per riuscir discaro, che siccome un saggio della Crittogamia dei nostri colli riporti almeno quegli individui da me rinvenuti dell'Ordine Linneano delle Felci.

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