E se il paziente vuol mangiare?

Ma se il paziente ha voglia di mangiare qualcosa, dobbiamo concederglielo?

Questa domanda mi è stata fatta mille volte dai parenti dei miei pazienti: è chiaro che poter mangiare qualcosa migliora la qualità di vita del paziente. Ma bisogna considerare che nella maggior parte dei casi alimentare il paziente comporta dei rischi che possono anche essere mortali.
 
Questi rischi non sono in nessun modo dovuti al sondino o alla gastrostomia, la loro presenza non influisce in nessun modo sull'ingestione dei cibi. Sono dovuti alla malattia di base del paziente.

In pratica bisogna valutare paziente per paziente in base alla sua malattia.

Ma se stabiliamo che il paziente può assumere qualcosa per os tenete conto di questa regola generale: non è necessario dargli qualcosa di molto nutriente in quanto già il paziente lo stiamo nutrendo e stranutrendo. E' inutile prendere 200 mila lire di filetto, spremerlo e massacrarlo per tirare fuori un'acquetta che fa schifo solo a vederla e poi farla ingoiare al povero paziente schifato. Diamogli qualsiasi cosa, purché gli faccia piacere: cioccolata, cognac, creme caramelle. Gli diamo alimenti per os solo per farlo stare a suo agio. A nutrire ci pensa la soluzione nutrizionale.

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