pazienti con stenosi dello stomaco o del duodeno

Come si individua la categoria

Si tratta di pazienti con una stenosi dello stomaco o del duodeno. Come nella categoria precedente i cibi passano con difficoltà o non passano affatto, ma non passano neanche le secrezioni dello stomaco e/o quelle del duodeno (compreso succo pancreatico e bile). Questi pazienti hanno in genere un vomito abbondante e vomitano talvolta cibi che avevano ingerito il giorno prima. La situazione è particolarmente grave in quanto non si possono alimentare e tendono a vomitare anche i succhi digestivi. In queste condizioni il paziente è malnutrito, ma anche fortemente disidratato e carente di elettroliti.

Chi sono questi pazienti

a) La categoria maggiore è quella dei pazienti con tumori dello stomaco: il vomito può essere dovuto al tumore che ostruisce il passaggio del cibo oppure a complicanze di interventi chirurgici (stenosi, recidive).

b) Seguono a ruota i pazienti con cancro del pancreas che ostruisce il transito duodenale. Molto spesso si associa una stenosi della via biliare per cui il paziente diventa itterico. In questi casi il posizionamento di uno stent biliare risolve l'ittero, ma rimane il problema alimentare.

c) In qualche caso la stenosi è dovuta ad infiltrazione o compressione del duodeno proprio al legamento di Treiz, per tumori del rene sinistro o per tumori del colon sinistro.

Strategia nutrizionale

Bisogna intervenire in modo deciso e sicuro. Esistono tutta una serie di gradi di intervento che dipendono unicamente dalla qualità del transito intestinale rimanente.

a) lieve riduzione del transito gastroduodenale: in pratica i cibi normali passano male, ma le soluzioni nutrizionali che sono molto liquide (useremo meglio soluzioni semielementari) e vengono infuse con grande lentezza riescono a passare agevolmente. Basta quindi mettere un sondino naso-gastrico posizionato in stomaco o una gastrostomia ed infondere le soluzioni 24 ore su 24 interrompendo qualsiasi alimentazione orale.

b) moderata riduzione del transito gastroduodenale: i cibi normali vengono vomitati e il transito non è sufficiente al passaggio delle soluzioni nutrizionali anche se infuse lentamente. La soluzione è quella di mettere un sondino naso-digiunale o una gastrostomia con prolungamento digiunale. Così le soluzioni (che potranno anche essere polimeriche) verranno infuse in digiuno, a valle della strettoia. Il sistema funziona se lo stomaco e il duodeno sono idonei al passaggio dei loro soli secreti. Anche qui, e a maggior ragione, è necessario interrompere completamente l'alimentazione orale.

c) grave riduzione del transito gastroduodenale: la stenosi è praticamente completa. Abbiamo diverse possibilità:

  • sonda a due vie (tipo Dubbhof) con estremo che drena lo stomaco ed estremo che infonde in digiuno. Funziona molto bene, ma la sonda di dubbhoff è un po' grande e riesce fastidiosa per il paziente. Non la usiamo più.
  • sonda naso-digiunale come al punto b, ma associata ad una sonda naso gastrica, sottile, introdotta dalla stessa narice, che drena lo stomaco. Questo sistema è nel complesso meno fastidioso del Dubbhoff, ma certo il drenaggio gastrico è un po' incerto. Conviene usarlo quando si è sicuri che lo stomaco sia completamente ripulito di eventuali detriti alimentari.
  • gastrostomia a due vie che drena lo stomaco e con il prolungamento digiunale nutre il paziente. E' la soluzione migliore, ma non si può adottare se c'è una neoplasia gastrica o se il paziente ha ascite.
  • digiunostomia chirurgica. Di gran lunga la soluzione migliore. Purtroppo bisogna sottoporre il paziente ad un'anestesia generale.
  • nutrizione parenterale totale. Sempre possibile, ma con i soliti rischi di infezioni. Da preferire se la sopravvivenza presumibile è breve (pazienti itterici quando lo stent è impossibile).

Come si vede le possibilità sono molteplici e vanno adattate alla situazione clinica. Bisogna però fare le seguenti considerazioni:

  • esiste una possibilità chirurgica (gastro-enterostomia) che deve essere sempre tenuta in considerazione, magari dopo opportuno recupero nutrizionale del paziente.
  • bisogna sempre considerare che il disturbo della canalizzazione può essere dovuto ad altre cause (carcinosi peritoneale, stenosi colica) che si associano all'apparente stenosi gastroduodenale. Non riconoscerle è un grave errore in quanto i tentativi di Nutrizione Enterale sono quasi certamente destinati a fallire.
  • tutte queste tecniche nutrizionali richiedono una buona collaborazione del paziente che non deve alimentarsi per os. Se il paziente si abbandona ad un pasto solido rischia di ingombrare il tratto gastroduodenale per molti giorni e vomitando disloca tutte le nostre sonde. Un disastro.
  • è possibile che con il riposo funzionale dato dalla nutrizione enterale lo stomaco (che spesso è abnormemente dilatato) riprenda forma normale e normale tono migliorando quindi le sue capacità di transito. E' anche possibile che le varie terapie antiblastiche e antiinfiammatorie riducano la stenosi. Si può quindi considerare (dopo opportuno controllo radiografico) una ripresa di un'alimentazione orale liquida e divisa in piccoli pasti.
  • se si utilizza una sonda naso-digiunale bisogna ben controllare le condizioni di transito dello stomaco. Se il paziente dovesse vomitare con il contenuto gastrico uscirebbe anche la sonda naso-digiunale. Meglio esser prudenti e lasciare un secondo sondino a drenaggio dello stomaco specie se è atonico e dilatato.

Questi pazienti molto spesso sembrano destinati ad una breve sopravvivenza, ma invece, nutrendoli opportunamente, possono vivere anni. E bene.

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