Romancero

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Le seduzioni
I

Una goccia d'alcool
ti scavi la fossa dell'illusione
che nulla sia mai accaduto
che tutto sia ancora possibile
nella vanità infinita. Così tu muoia
col cuore bucato da un proiettile
di gioia a te sconosciuta.

II

Voglio una risposta dal mare.
Macchia solare, neo estemporaneo
scompari. Inquieta libertà mi tenta
giorno della farfalla nera.
Giochi di mare al vespero
un'onda è zaffiro, l'altra smeraldo
e l'ultima, brillantino birbante.

III

Lasciate che gli amori scandiscano 
aurore e tramonti come campane
d'una chiesa agreste, sita
a lato del bosco e del fiume
dove si va ancora a pesca con gaudio
si raccolgono i frutti saporiti
e si lasciano i fiori rari
perché abbelliscano a lungo il paesaggio.

IV

A frotte in maggio sciupano le rose.
La rosa spinata si difende come può
chiede aiuto al sole e al vento
non crede alla fola che in un giorno
si seccherà e non profumerà mai più.
Quando in giugno succederà davvero
avrà ugualmente una sua bellezza
nel vaso dei ricordi vezzosi
o tra le pagine di un libro essenziale.

V

Un soffio sulla piuma dispersa
ed è subito oscillamento cosmico
sul bell'amore dormiente
entro el mundo infuocato.
Allora lui lascia la sua fazenda
gli studi delle ultime armonie
la riparazione dell'estampìda
e vola agitato oltre il crepuscolo.

VI

Vieni a giocare con me al capannello.
A poventa t'aspetterò assisa alla solina.
Tu passi, mi guardi incantato
poi veloce distogli lontano lo sguardo.
Non sono mortale, vieni a giocare con me.
Io sono viva. E tu?

VII

Bevi un sorso d'ambrosia.
Se divieni immortale cammineremo
insieme per un po' verso l'Eden.
Ma se tu mi vuoi mettere
sopra il cippo sacrificale
conoscerai l'ira della grande madre.
Sarà natura a condannarti, non io
rispettosa figlia, serva fedele.

VIII

E l'ombra si distese morbida
sulla sabbia setata.
Parlò con timbro cristallino.
"Vedi come sono atletica?
Salto agevolmente balconi e tetti.
Fai lo stesso anche tu con i falsi amori
tuffati solo tra solide braccia
come l'onda, il vento, e me".

IX

C'è sempre un gatto vanitoso
che si stende accanto al poeta
finge d'ignorarlo, non muove vibrissa.
Alla ricerca di tracce aromatiche
solo, avverte misteriose anime.
E' ombra, eccitazione e quiete.
E c'è un merlo che strepita gaio
dall'albero più verde al cuore
quale sinfonia sussurrata all'aedo
aiuto nel cammino tra il formicaio
umano senza senso. E' flauto hermoso.

X

Se la luna dalla bianca faccia
sarà visibile in cielo a mezzogiorno
uno sconosciuto mi sfiorerà
con una nuvola rotonda di fumo
in espansione verso alti pini.
Quali indizi ho un boschetto
un sigaro e una giacca
abbandonati distrattamente
camminando.

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