Nutrizione Enterale Domiciliare
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Fistola bassa

Come si individua la categoria

Sono pazienti con una fistola dell'ileo o del colon. E' un tramite anomalo nel quale talora viene messo un tubo di drenaggio dal quale fuoriescono feci. La fistola comporta:

- un evidente disagio per la necessità di mantenere in posizione un tubo di drenaggio o un sacchetto per colostomia.

- il rischio che dal tramite principale della fistola si creino altri tramiti che conducano ad ascessi endoperitoneali o ad altre fistole.

Se il paziente si alimenta la produzione di feci aumenta e i rischi collegati a questo tramite anomalo aumentano conseguentemente.

Chi sono questi pazienti

Nella maggior parte dei casi si tratta di fistole postoperatorie dopo interventi sul colon (per lo più per un tumore). In pochi casi si tratta di fistole spontanee che in genere sono dovute a morbo di Crohn.

Programma nutrizionale

Mettere a riposo l'intestino in modo da ridurre al massimo la produzione di feci e l'eliminazione di scorie. La fistola è una ferita come tante altre: non guarisce perché il continua attraversare delle feci impedisce la rimarginazione. Con la nutrizione artificiale si può sperare di ottenere una chiusura spontanea del tramite fistoloso.

Il trattamento ideale è la Nutrizione Parenterale, ma la dispersioni di contenuti fecali nell'ambiente deve sconsigliare questa tecnica che diventa ancora più rischiosa, tanto più che talvolta è necessario trattare il paziente per mesi prima di ottenere la chiusura della fistola.

La Nutrizione Enterale (con soluzioni semielementari o elementari) permette una buona riduzione del transito colico senza comportare alcun rischio settico e può essere realizzata a domicilio senza alcuna difficoltà.

Bisogna però tenere conto delle seguenti considerazioni:

- iniziato il trattamento enterale è necessario verificare le condizioni del transito intestinale a valle della fistola che spesso é più o meno compromesso (e questa compromissione del transito é la vera causa dell'insorgenza iniziale della fistola). Se il transito è molto compromesso si può abbandonare la speranza di una chiusura spontanea e la nutrizione può servire solo a recuperare il paziente e le condizioni locali della fistola prima di un indispensabile intervento chirurgico.

- se in ogni caso, dopo un lungo trattamento, la fistola non accenna a ridursi o in ogni caso non guarisce, bisogna sempre considerare l'alternativa chirurgica.

- la cura della fistola deve essere anche locale: deve esser bene apparecchiata per la comodità del paziente e per evitare ustioni peristomali. Deve anche esser drenata opportunamente in modo che non si formino tramiti collaterali.

- una volta ottenuto il drenaggio non si deve aver fretta a rialimentare il paziente. La fistola potrebbe riaprirsi e sarebbe come ricominciare da capo. Riprendere gradualmente l'alimentazione dopo almeno 2 settimane.

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